In un’era schizofrenica e veloce come quella che stiamo vivendo, Natale è soprattutto la riscoperta dell’attenzione e della cura verso la realtà che ci circonda. Una realtà fatta di umanità, natura…tempo. L’associazione Terra Metelliana – Circolo Legambiente, quest’anno, si propone di condurci per mano alla riscoperta di questi valori così gratuiti ma anche per questo così ingiustamente dimenticati. Questo sarà il filo conduttore del mercatino “alternativo” che il circolo “Terra Metelliana” presenterà Domenica 17 Dicembre, dalle ore 9:30, in Piazza Duomo, con il suo stand inserito all’interno dell’evento “Cava Green Village”.
Un mercatino in cui gli oggetti non sono semplici cose ma sono l’estensione di un concetto, di un’idea…di una storia. Una carrellata su un mondo coloratissimo come le trame variopinte dell’angolo di “Mamma Enza” che, complici un paio di ferri, è capace di dar vita, da un mucchietto di lana minuziosamente ricavata da vecchi maglioni ormai sdruciti, ad una variegata foresta di alberi e di animali. Grande spazio sarà dato anche alla creatività dei giovani volontari di Legambiente e alle loro decorazioni natalizie di riciclo creativo che sono la manifestazione concreta di come la passione, l’impegno e un pizzico d’ingegno, possano trasformare gli oggetti più anonimi. «La manifestazione fornirà l’occasione per il lancio di due progetti – aggiunge Attilio Palumbo, presidente di Terra Metelliana – Circolo Legambiente – in primis, la raccolta benefica di giocattoli che la nostra associazione donerà al convento di San Francesco di Cava de’Tirreni affinché, a Natale, riportino il sorriso sul viso di bambini a cui la vita non sempre ha donato la magia dello stupore che si cela dietro una sorpresa.
In secondo luogo, l’iniziativa “guerrilla books”. Infatti, presso il nostro stand, sarà possibile “adottare” un libro. Un libro “vissuto”, con una storia che è il bagaglio di emozioni di chi, dopo averlo letto, ha deciso di trasmetterlo con tutto il suo prezioso carico di attimi a un altro compagno di viaggio, perché possa a sua volta farlo viaggiare ancora, di mano in mano, di casa in casa, come un filo colorato destinato a tessere l’arazzo della società».
