Offshore: onde di energia solare
Ebbene si! Non esiste solo l’eolico off-shore ma anche il fotovoltaico! In pratica parliamo di un sistema galleggiante, installato su una superficie d’acqua (laghi, mare, dighe) finalizzato alla produzione di energia elettrica pulita dalla fonte solare. Questi sistemi suscitano grande interesse e sono oggetto di studi e sperimentazioni perché sarebbero in grado, assieme agli altri impianti off-shore, addirittura di eccedere il fabbisogno energetico mondiale, raggiungendo gli obiettivi del Green Deal europeo senza consumare grossi quantitativi di suolo!

L’impianto è simile a quello terrestre ma i pannelli e gli inverter sono montati su una struttura galleggiante che deve adattarsi al moto ondoso e garantire flessibilità. In alcuni casi questa struttura può essere dotata di sistemi di inseguimento in modo da orientare i pannelli sempre in direzione dei raggi solari così come per l’agrivoltaico. Inoltre è sempre presente un sistema di ancoraggio ed ormeggio. La corrente continua generata dai moduli è raccolta da un combiner box e convertita in corrente alternata dagli inverter.

I vantaggi di quest’applicazione riguardano principalmente il consumo zero di suolo e la maggior efficienza. Infatti, la superficie dell’acqua agisce come uno specchio riflettente, consentendo ai moduli di catturare anche la luce riflessa, il che aumenta ulteriormente la produzione di energia. Inoltre, non si utilizzano terreni preziosi per l’agricoltura e si riduce il rischio di ombre causate da piante o edifici, che riducono notevolmente anche l’impatto della ventilazione. Nell’acqua, questa ventilazione non incontra ostacoli e aiuta a raffreddare le celle, prevenendo fenomeni di surriscaldamento e, quindi, guasti. A parità di potenza, un impianto offshore produce circa il 30% in più di energia rispetto a uno onshore.
Tra gli svantaggi invece, troviamo sicuramente gli elevati costi di progettazione ed installazione, la necessità di manutenzione costante considerando l’azione delle onde e del vento, ed infine l’impatto che potrebbe avere sull’habitat marino. Tuttavia è bene sottolineare che gli svantaggi appena elencati non sono neanche lontanamente paragonabili ai danni ambientali e sociali che sino ad ora hanno causato le industrie del fossile.

In Europa il Portogallo, con ben il 60% dell’energia nazionale prodotta da fonti rinnovabili, rappresenta uno dei pionieri del fotovoltaico off-shore. Uno degli ultimi progetti approvati riguarda il parco solare galleggiante più grande d’Europa, situato nel bacino del lago Alqueva. Questo parco è composto da 12.000 pannelli solari installati da Edp ed alimenta una diga che genera energia idroelettrica, e quindi l’energia solare completa un ciclo virtuoso. Si stima che il parco a regime produrrà circa 7 GWh all’anno, considerando un’area di 4 ettari ed un costo di 4 milioni di euro, soddisfacendo circa il 25% delle richieste energetiche della regione.
Fonti:
https://lecopost.it
https://www.huffingtonpost.it/